Il manga che ti Manca: So I’m a spider, so what?
Bentornati alla rubrica “Il manga che ti Manca” (qui troverete la puntata precedente), sono sempre il vostro ospite, Stefano, e oggi vi vado a parlare di So I’m a spider, so What?
Il manga, disegnato da Tsukasa Kiryu e tratto dalla light novel omonima (dal titolo originale Kumo desu ga, Nani ka?, ancora in corso d’opera e che ha recentemente ricevuto un adattamento animato) di Okina Baba parla della giovane liceale Shiraori e degli eventi che seguono la sua reincarnazione in un altro mondo.
Ebbe sì, come molti liceali, adolescenti e adulti la ragazza è finita in un mondo diverso dal nostro, dove mostri e magia sono una cosa comune. Com’è accaduto? Non è ben chiaro: una distorsione simile a pixel ha inghiottito lei e la sua intera classe (niente incontro ravvicinato con un camion o evocazione tramite portale questa volta) e lei si è ritrovata “sola” e sperduta in un dungeon popolato di mostri.
So I’m a Spider non segue i canoni narrativi della maggior parte delle opere che sfruttano questa idea (definite “isekai”, che tradotto letteralmente significa “altro mondo”): la protagonista infatti non si è reincarnata in una ragazzina o in un infante (beh, circa) che è stato benedetto da doni divini e non inizierà fin da subito a venir riconosciuta dal mondo intero come un prodigio e seguita da uno stuolo di pretendenti. L’approccio del manga è ben diverso: Shiraori si ritrova a (ri)vivere nei panni di un mostro. Uno potente mi chiedete? Niente affatto: lei ha pescato la proverbiale pagliuzza più corta e, mentre i suoi compagni hanno ricevuto corpi umanoidi e posizioni sociali di rilievo, lei si è reincarnata in comune ragno (almeno per gli standard di dimensione australiani) di una nidiata infinita e scopre di essere quasi letteralmente il gradino più basso della catena alimentare.
La protagonista, appassionata di JRPG (giochi di ruolo giapponesi) nella vita precedente, non si fa però prendere dal panico…non a lungo per lo meno. Si mette infatti quasi subito a pensare come ottimizzare la sua nuova esperienza nel corpo del grazioso ragnetto: imparerà a cacciare, guadagnando esperienza e abilità dopo ogni nemico abbattuto (e divorato) proprio come in uno dei suoi videogiochi preferiti e inizierà a studiare un piano per fuggire dal dungeon tra battaglie epiche e tanto umorismo.
Il disegno di So I’m a Spider è molto competente: riesce benissimo a convogliare i sentimenti della protagonista con ogni movimento ed espressione della protagonista e sa rispecchiare l’energia cinetica e la disperazione di alcuni dei momenti più tesi delle battaglie da lei affrontate, ma allo stesso tempo incornicia con un tratto più spesso e giocoso i momenti comici nei quali Shiraori riesce in maniera eccellente a stemperare la sua drammatica situazione.
Il quarto volume di So I’m a Spider, So What? è uscito da poco ed è in vendita (come i precedenti numeri) a 6,50€.
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